Una sintetica spiegazione sul funzionamento dell’ algoritmo del social media per eccellenza, Facebook, dedicata a imprenditori, professionisti e manager che utilizzano i social media direttamente o per il tramite di consulenti ed agenzie.

In questo breve articolo cercherò di esporre nel modo più semplice possibile agli utilizzatori business di Facebook, come “ragiona” il suo algoritmo, così da facilitare la comprensione delle scelte o delle proposte dei loro consulenti, e magari dare maggiore consapevolezza per cosa chiedere, cosa è necessario fare e quali risultati attendersi. Non è ovviamente uno scritto destinato agli operatori professionali dei social media, ai quali risulterebbe incompleto e superficiale.

Anche se non si conoscono tutti i dettagli di come l’algoritmo di Facebook decida cosa mostrare o non mostrare alle persone, possiamo affermare con certezza che il primario obiettivo di Facebook, come quello di qualsiasi altra piattaforma social, sarà quello di trattenere un utente per il maggior tempo possibile sulla piattaforma, incentivando lo scrolling (scorrimento) della pagina, così da poter mostrare il maggior numero di annunci possibili.

In sostanza niente di misterioso, se non cercare di offrire la miglior esperienza possibile in termini di intrattenimento, informazione e socialità all’utente così da farlo rimanere a lungo sulla piattaforma e consentire a Facebook di mostrargli il maggior numero di annunci sponsorizzati, vera fonte di guadagno della piattaforma, e di raggiungere così il suo obiettivo di business.

Il compito dell’algoritmo di Facebook sarà quello di prevedere quali post saranno “più preziosi e significativi” per un individuo quando si collega alla piattaforma, e aggiornare questa selezione ogni volta che costui controlla il proprio “feed notizie”.

Nel “feed notizie” di ognuno verranno inseriti dei messaggi “sponsorizzati”, gli annunci delle campagne a pagamento, che tuttavia dovranno seguire le linee imposte da Facebook, non essere perciò troppo numerosi, non essere invadenti, essere in linea con gli interessi della persona a cui saranno mostrati, essere accattivanti e non troppo infarciti di slogan, non risultare offensivi per alcuno.

Sulla scorta di questa premessa, nel 2021 l’algoritmo di Facebook continuerà ad essere caratterizzato da quattro principali segnali di ranking: attualità, popolarità, tipo di contenuto e relazione.

Fattori di ranking dei contenuti Facebook

Fattori di ranking dei contenuti Facebook

La sequenza di operazioni di calcolo, pressoché istantanea per ogni utente che si collega, si realizza in quattro fasi:

  • Fase “INVENTORY”: la piattaforma, in base all’utente che si collega, “recupera” tutti i contenuti pubblicati dal suo network di contatti e di pagine seguite;
  • Fase “SIGNALS”: la piattaforma valuta i segnali di contesto (dispositivo usato, smartphone, PC o tablet, tipo di connessione, orario e geo localizzazione), e segnali di contenuto (chi ha pubblicato e cosa, quanto è completo il suo profilo, data di pubblicazione, interazioni ricevute e feedback negativi, tempo trascorso su tale contenuto dagli altri utenti);
  • Fase “PREDICTION”: il sistema elabora una previsione sul tipo di contenuti che ritiene più importanti per l’utente, scartando o mettendo in coda i post con cui ritiene improbabile che questi interagisca. I comportamenti passati dell’utente, nel gradimento o nel rifiuto di certi contenuti sono pertanto importanti per determinare il metodo di previsione del sistema.
  • Fase “SCORE”: il sistema esegue una valutazione sui post rimanenti per assegnargli un punteggio in modo personalizzato (esempio: Laura ha il 90% di probabilità di mettere un “cuore” alla foto di un cucciolo di cane di una sua amica e ha il 30% di probabilità di guardare video tutorial dal suo gruppo di ricette) e li classifica in ordine di valore. Notizie e informazioni che hanno uno score più alto, vengono presentate prima all’interno del feed.

Nello sviluppo delle operazioni di calcolo connesse a tali fasi, l’algoritmo effettuerà il suo lavoro seguendo tale metodo:

  • particolare attenzione alle “meaninful interaction”, interazioni significative, quali condivisioni con interazioni successive, interazioni tra familiari e amici, condivisioni private e reazioni successive;
  • relazioni dell’utente, interessi espressi, attualità dei contenuti; contenuti “nuovi” tendono ad avere rilevanza maggiore rispetto a quelli più datati, con un posizionamento favorevole nel feed;
  • tendenza a preferire certi tipi di contenuti quali foto di persone, di eventi con più persone, secondo le preferenze dimostrate dall’utente;
  • commenti, like e condivisioni migliorano lo “score”;
  • contrasto alle interazioni “fake” ottenute con Bot e alle fonti di notizie non verificate;
  • organizzazione di una bella sequenza di post dal network di un utente e di vari tipi di media e fonti in modo che questi abbia un’interessante varietà di contenuti da scorrere.

Occorre ricordare che l’algoritmo non “premia” post contenenti link che portano l’utente fuori dalla piattaforma, a meno che non si tratti di post di campagne a pagamento contenenti link al sito dell’inserzionista.

In tal senso è opportuno ricordare alcuni benchmark attuali; alla fine del 2020, la copertura organica media (post non a pagamento) è ancora in calo ed è scesa al 5,2% (alla fine del 2019 era del 5,5% e l’anno prima era del 7,7%), mentre per le pagine con oltre 100.000 follower la percentuale è ancora più bassa.

Spero di aver fornito qualche utile e sbrigativa indicazione su un aspetto di per se assai complesso tecnicamente e mai completamente disvelato neanche agli utilizzatori professionisti.

Statistiche e immagini sono stati tratti da:

https://blog.hootsuite.com/facebook-algorithm/